mercoledì 13 gennaio 2016

Un sapore di ruggine e ossa

Alì è un buzzurro con la fissa dei combattimenti; ha pochi argomenti di conversazione e un figlio a carico. Ripara dalla sorella, in un contesto triste e periferico senza nemmeno l'ombra dei servizi sociali; poi viene assunto come buttafuori. Una sera, intervenendo a sedare una rissa, conosce Stephanie (Marion Cotillard). I dialoghi rudi mentre la accompagna a casa, e una certa tensione quando scopre che è fidanzata e fa l'ammaestratrice di orche (foto alle pareti), introducono la storia d'amore. Che non comincia subito perché la Cotillard ha un incidente e resta menomata: emaciata di suo, tutta nasino e Francia (Parigi), senza gambe darà il meglio. Lui, infatti, al cospetto dei monconi non fa una piega, anzi, propone gite al mare, bagni, normalità, un po' di sesso riabilitativo. C'è una delicatezza "fattiva" in Alì, senza pietismo, che giova alla causa (di Stephanie, e anche dell'opera). Film intenso, bello nonostante il titolo pretenzioso che sa d'arte funeraria.

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