lunedì 21 settembre 2015

Un giorno questo dolore ti sarà utile

Ho molti dubbi su Peter Cameron, e anche sul progetto editoriale di Adelphi. Rispetto a "Quella sera dorata" la storia dell'adolescente in crisi sembra rappresentare un passo indietro, forse due. Non ci sono dubbi, invece, sull'episodio cruciale nella vita di questo scrittore: l'università - con la paura di iscriversi, e la tentazione di abbandonarla.

sabato 19 settembre 2015

La Svezia e i pomeriggi d'amore

Nel pomeriggio ho visto un film svedese su Canale 5, e non era di Ingmar Bergman. Ho notato che nei giorni di tedio in cui nessuno guarda la tv, intorno alle 14.30, ma talvolta anche in prima serata, parte il ciclo "Inga Lindstrom". Sono filmetti di 90 minuti circa, perlopiù ambientati nella provincia di Stoccolma, con prati verdi, animali al pascolo, ville col tetto spiovente. Sullo sfondo, mare piatto, ponti di ferro e battelli placidi. Il ciclo prevede dei personaggi-tipo, coppie mature e felici che fanno a gara per portarsi la colazione a letto, una ragazza confusa, un fidanzato col chiodo fisso dei soldi, un terzo incomodo, perlopiù un giovane medico condotto (oppure un aitante vedovo con prole) che rompe l'incantesimo della routine e, nell'arco di una settimana, si dichiara. Oggi, in più, c'era una scenografa dall'aria equivoca che tornava nella sua cittadina d'origine dopo venticinque anni: sospettava di avere un tumore al cervello e desiderava conoscere sua figlia (la fidanzata confusa) per morire in pace (l'aveva abbandonata in fasce per arricchirsi a Hollywood). In questi film c'è, si capisce, una prevalenza di attori biondi. I personaggi sono borghesi colti, commercianti intelligentissimi che aprono la libreria e poi si assentano per raccontare la loro vita in un caffè. Spessissimo ci sono di mezzo dei segreti, mantenuti con ineccepibile senso etico (bugie a fin di bene), anche perché la cittadina è piccola e i muri, in Svezia, hanno orecchie. E poi ci si incontra di continuo: al lago, all'uscita della libreria, in ospedale, su una stradina per jogging e stupri dietro la siepe. Perciò i rapporti sono improntati su una cordialità un po' nordica, da SS in vacanza. La tendenza è di affidare ai bruni i ruoli negativi - questa non è una regola, ma se nel copione ci fosse un usuraio ebreo avrebbe i capelli neri. Il lieto fine, comunque, è garantito: ci si sveglia benissimo verso alle 16, col fermo immagine di un bacio e i titoli di coda che scorrono.

giovedì 10 settembre 2015

Sangue dal cielo

In questo romanzo piove un po’ troppo. Si comincia a imbarcare acqua fin dalla prima pagina, e poi via a precipitazioni sparse, anche di una certa intensità. Ma è niente rispetto al diluvio lessicale che attinge dall’italiano, dal barbaricino, e da quell’ineluttabile mescolamento che troviamo nel “popolo”. In tanti scrittori contemporanei (tutti radicatissimi nella propria terra) c’è una nostalgia del pensiero rustico – ma filtrato, riorganizzato in termini editoriali fino alla parodia più o meno involontaria. Riprodurre l’ingenuità implica una prosopopea odiosa, cioè un complesso di superiorità da fini letterati (...), e l’esito – non di meno – è piuttosto goffo. In pochi, tuttavia, sembrano accorgersene. Questi libri contaminati, tra Arcadia e folclorismo, si vendono. Piovono fitti in libreria. Spesso si parla di “stile”, piuttosto che di moda. O di “poetica”, in luogo di operazione editoriale. Un’operazione scrupolosa, che si regge sulle specialità del posto con erudite concessioni al vocabolario alto, e a una fraseologia da ricamo industriale. Ma di cosa si sta parlando? Di un giallo sardo: omicidi, indagini, macchiette di provincia che vanno e vengono sullo schermo aristocratico del narratore Poeta. Concetti poveri che, in balia di una studiatissima prolissità, sembrano già qualcos’altro (filosofia?). Descrizioni minuziose, leccate, che lasciano sgomenti come un quadro iperrealista. E, ancora, similitudini dell’entroterra, metafore da agriturismo, etnografia velata di politica (non troppo, però). Consigliatissimo per capire lo stato della narrativa italiana.

mercoledì 9 settembre 2015

Amore amaro

Nell'insieme, ho trovato il racconto di Carlo Bernari brutto quanto il titolo, o quasi, e nonostante la biografia politica dell'autore (letta su Wikipedia), pieno di strascichi fascisti (talvolta consapevoli). Il protagonista Io narrante (tronfio anche quando fa autocritica) è un duce di tintoria che seduce una vedova leggera quanto la sua veletta; i dialoghi un po' da Carosello; lo stile letterario alto, con "effetto zeppa" in una donna di un metro e quaranta.

martedì 8 settembre 2015

Le relazioni pericolose

Ho rivisto "Le relazioni pericolose" a marzo, per caso, in seconda serata. Da allora ripenso spesso a questo capolavoro e alla formidabile prova attoriale di Glenn Close. Anche nella composizione di "Elevato quattro", che si originava come elaborazione del lutto, il film ha una parte decisiva. Questo stimolo profondo a indagare la psicologia per mezzo delle tensioni (più o meno affioranti) è una delle ragioni per cui amare il cinema.

lunedì 7 settembre 2015

Dangerous Liaisons - Glenn Close - The End

The city of your final destination

Quella sera dorata(Adelphi) è un romanzo sul mutamento di situazioni, sentimenti, prospettive di vita. La materia mutante è sempre lì, in vista, anche se non si riesce a metterla a fuoco o a fissarne i punti di viraggio: Cameron riporta lunghe conversazioni, pranzi, cene, merende, silenzi, passeggiate fra gli alberi, alludendo a uno scarto di “inesprimibilità” che orienta le scelte dei suoi personaggi, agiti dall’inconscio più che attori di una coscienza. È un romanzo di viaggi e addii, con una base malinconica che non degenera mai in facili struggimenti. Omar e Arden, Caroline e Adam, Pete e Deirdre hanno una buona caratterizzazione, e una chiara identità lessicale, il che è importantissimo per un’opera che si regge su dialoghi insistiti. Questo, al di là delle centinaia di “disse” e “rispose”, è un pregio, poiché la conversazione, sebbene fluida e piegata di continuo dall’ambiente circostante, non appare mai casuale o dispersiva. L'impianto narrativo è solido, e la lettura piacevolissima.