martedì 27 febbraio 2018

ROSSO ISTANBUL di F. Ozpetek

Dimostra come si possa muovere la macchina da presa con abilità, perfino con eleganza, e, tuttavia, girare un film quasi brutto. La seconda parte riscatta l'inizio un po' televisivo, dà consistenza psicologica all'intero impianto (di una realtà, in sostanza, determinata dalla fiction). Per il resto, infastidisce il richiamo al regista internazionale, omosessuale, che dilaga con la propria assenza. Ma ci sono (anche) momenti intensi, riusciti - per esempio la lettera.

mercoledì 21 febbraio 2018

GIUDA di Amos Oz

Il tradimento come metafora di maturazione (raggiungimento del senso di autonomia e responsabilità individuale). Tutto suffragato con esempi biblici, letterari, e storici. La fine della relazione con una donna di vent'anni più grande (una madre, di fatto) va in questa precisa direzione. L'impianto intellettuale dell'opera è ottimo; meno convincente il modo in cui lo si sviluppa. Prolissità, immagini un po' macchinose, soprattutto all'inizio. Meglio - comunque - di "Altrove, forse", che d'altronde segnò l'esordio di Oz.

SINFONIA D'AUTUNNO di Ingmar Bergman

sabato 17 febbraio 2018

L'INGANNO di Sofia Coppola

Teso, conciso; ma perplessità sull'epilogo: c'è una sorta di rammollimento.

RACCONTO D'AUTUNNO di E. Rohmer

Suggestivo, anche per il movimento insensato degli attori. L'intera dinamica (psicologica, di relazioni) rimanda a un laboratorio dei comportamenti astratti. Poco verosimile, però incisivo. L'aggettivo più ricorrente nei commenti critici, "leggero", sembra appropriato.

venerdì 9 febbraio 2018

45 ANNI di Andrew Haigh

Lento nei tempi naturali, di campagna. Scandito nell'eleganza, onesto negli effetti; finissimo. Charlotte Rampling impietrita non si dimentica.

lunedì 5 febbraio 2018

ANTICHI MAESTRI di T. Bernhard

"Lo spettacolo era tremendo" è l'ultima frase, e giù a ridere. Questo spiega, in extremis, l'ambiguità del sottotitolo: "una commedia".