mercoledì 2 dicembre 2015

Io sono leggenda (film)

È un’americanata che proprio non si molla (a Hollywood sono maestri del thriller, soprattutto con budget dai 150 milioni di dollari in su). Ambientato in una Manhattan post-apocalisse (il morbo di Krippin ha sterminato l’umanità), il protagonista è un militare sopravvissuto che, guarda caso, è anche virologo immune al flagello. Da ormai tre anni gira per la città col suo pastore tedesco, guida a duecento all’ora fra rottami, sterpaglie, stambecchi e leoni; parla ai manichini di una specie di Feltrinelli con scorta illimitata, si allena di brutto e, a tempo perso, manda avanti la sperimentazione sui ratti nel laboratorio sotterraneo. Tutta la prima parte, non senza l’aiuto dei flashback, spiega la catastrofe. Presto si apprende che i contagiati sono sensibili alla luce: durante il giorno vivono nel buio di una cloaca o nei visceri di un grattacielo, assiepati come pipistrelli. Di notte, invece, son dolori: escono in cerca di cibo, saltano emettendo versacci; sono mostri glabri e cannibali che fermi solo con un kalashnikov. Il virologo, non per niente, era un colonnello: non gli mancano armi e tecnologia. Nell’appartamento blindato da saracinesche e portelloni d’acciaio, ha disseminato una specie di arsenale. Pistole sui mobili, fucili nel portaombrelli, bombe a mano nei cassetti. Con preveggenza ha inoltre dotato il giardinetto prospiciente di un sistema di illuminazione d’emergenza, e sparso cariche di esplosivo. Eppure, un giorno cade in una trappola degli zombie; e il cane resta contagiato per salvarlo. Samantha (Sam) era un ricordo di famiglia, e l’eroe è costretto a sopprimerlo con le proprie mani (lo strangola a occhi lucidi). Il lutto è devastante. Per rappresaglia, il colonnello-virologo al tramonto prende il Suv e va in cerca di umanoidi da mettere sotto. Ne investe a sciami, ma poi qualcosa va storto, perde il controllo dell’auto, capotta, e per un pelo non è divorato dal branco rabbioso. Lo salva una tipa, Anna, che aveva intercettato i suoi appelli radio, e stava andando nel Vermont, dove, così dice, c'è una colonia di sopravvissuti. E qui comincia l’ultima avventura – l’epilogo della Leggenda... Da vedere.

Nessun commento:

Posta un commento