martedì 22 dicembre 2015

Ci vorrebbe un amico

Ieri ho stentato a riconoscere N.N. per strada: lo vedo spesso su Facebook, e nella realtà fisica è una sorta di ologramma residuo. Credo di averlo interiorizzato con la sua perenne maschera da selfie, giacché ne pubblica tre o quattro a settimana (giovedì, venerdì, sabato e domenica, con sfondo mutante: l'amico di turno, la madre coinvolta all'aperitivo, il cane labrador, avventori di una birreria immortalati a caso, il muro di un privè con manifesto di DJ. Di persona non storce la bocca, non aggrotta la fronte, non ha - in definitiva - l'espressione asimmetrica e un po' gommosa di chi si è ritrovato nel bel mezzo di una festa. E' serio, quasi torvo. Continua a dimostrare ventidue anni, sebbene ne abbia quaranta; la stessa cresta umida di spuma, la stessa felpa con cappuccio, lo stesso tatuaggio sul collo. Però è solo. Questa condizione transitoria, mentre va a farsi una ricarica alla più vicina tabaccheria, lo ha letteralmente trasfigurato.

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