mercoledì 17 maggio 2017

JULES E JIM di F. Truffaut

Quello di Truffaut è un'innovazione che passa per la pellicola accelerata degli anni Dieci, una rivoluzione a base di protocinema che dice addio alla Belle Epoque e al contempo smonta il giocattolo dell'amore monogamo. E' una novità, quindi, nella forma, con l'uso di istantanee impressioniste (Jeanne Moreau, come un ricordo), e nella sostanza, che analizza senza ipocrisie né giudizi affidati ai personaggi la natura volubile dei sentimenti. Il menage a trois, fra due amici che si danno del lei fino alla fine e una donna che rappresenta al meglio il concetto delle intermittenze del cuore, è già un'espressione di nouvelle vague, con tempi narrativi stravolti, introspezione velocissima ora delegata a una voce narrante classica ora a dialoghi serrati, densi, che denotano invariabilmente finezza psicologica e linguistica. Jules, l'austriaco, è una specie di cuckold mascherato di devozione e spiritualità; Jim, il francese, un libertino che scopre la gelosia e capisce fin troppo l'intermittenza di Catherine (la Moreau).

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