giovedì 18 maggio 2017

CARTA FORBICE SASSO, pag. 111

Strano leggerti... Credo sia stata la prima mail in dieci anni. Per iscritto, forse, risulti meno severo. Con un solo avverbio, “forse”, si può smussare un intero discorso di spigoli vivi. Quanto a Egidio, nessun problema: è già molto indipendente per la sua età, e dalla nonna si diverte: una settimana in più a Roma non gli farà male. E poi, è vero, abbiamo bisogno di starcene un po’ da soli. Cala Sinzias è l’ideale. E ogni tanto quella casa mi ricompare in sogno, ghermita dagli irti ricami dei suoi ginepri. In fondo, piane asciutte che sanno di paglia e d’Africa (c’è una povertà comune di terre su cui batte il vento; un destino infiammabile, di popoli nati carbon fossile lungo le sponde del Mediterraneo). Amo ricordarci lì, alla luce di pochi giorni felici, riflessi nel verde limpido di uno stagno. Il mare, a cento metri, è un muro che si disfa nello schianto dei cavalloni, e si erge ancora... Ci isola per un pomeriggio soltanto, ci illude entrambi: anche tu, in quei momenti, ti sveli un poco – parli sottovoce, mi accarezzi. “Forse” non sei come sembri. Ti vedo: un legionario disteso su un fianco, reduce da lupanari, col seme sversato in lacci e perle su corpi bruni, su capelli sciolti in una lotta senza rivendicazioni. Ma ora trovi nei miei occhi la somiglianza cercata in migliaia di altre donne; ora ti arrendi, ancor prima di cominciare... “Forse” non sono così forte. Ma nella resa di quel legionario, io posso assurgere a un’umanità compiuta: ricongiunta al mondo, al perdono, a quella santità che inventa un dio, solo per modestia. Mi capisci, Bastiano? “Forse” no. Ma ci sarà modo di spiegarsi, a Cala Sinzias. Ti precederò, col peplo greco anche se avrò freddo, perché quella è la veste dell’attesa. Ti cucinerò l’agnello, porterò i carciofi, quel pane di semola croccante, la cui pasta resta tiepida e dolce per giorni; riempirò di vino il bicchiere, perché tu possa berne non appena arrivi. Sarò pronta, e, vedrai, ci basterà un istante, e un filo di luce, per far cadere interi millenni di guerre nell’ombra.

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