mercoledì 16 marzo 2016

IL BENZINAIO - da MARMAGLIA (inedito, 2008)

Da Mura non c’è mai fretta, impera la flemma; il lavoro cheto e felicissimo prosegue anche quando due colonne di automobili alle pompe hanno già spento il motore, oramai arrese, senza che NULLA ancora sia avvenuto, in termini di rifornimento. Qui si vendono carburanti che sono liquori puri, sciroppi preziosi: Mura e suo figlio Isacco li distribuiscono lenti, lentissimi, col passo dei monaci all’imbrunire o all’alba, quando si recano preganti sottovoce all’orto. In fila da Mura si verifica appunto questa sospensione, di vaga atmosfera tibetana, tempo dilatato che si annulla nei loro gesti immutabili, nei loro sguardi insensibili a qualsiasi premura e supplica di celerità. Ma non può esserci alcun dubbio confessionale: ogni mattina, a musicare questa pace così statica, da una Fiat Regata parcheggiata vicino ai pozzi, spalancati gli sportelli, si levano i canti gregoriani di una messa, che volano in alto dall’autoradio tabernacolo: Mura padre (o Padre Mura che dir si voglia) è assai religioso, si definisce un cattolico ipercritico e ci siamo spesso affrontati in dispute teologiche, condizionate senz’altro, nella affabile (relativa) brevità, limitate da quel senso "iper" di cui egli tanto si vanta, ma che non gli impedisce i deliri mariani dell’invasato, la cristologia retorica di un’enfasi che, a mio avviso, ambisce a crocifiggere ancora. Mi è stato riferito che, da giovane, Mura fu criminale incallito.

Nessun commento:

Posta un commento