lunedì 14 marzo 2016

da L'APPARATO DIFFERENTE (2009)

Ero insensibile a quel pianto di donna, della cara Ludovica, una Borgia travestita ma poi svestita in scioltezza. Vedova di suo padre, angustiata dal fratello alcolizzato che irrompe in casa ogni notte, come Gesù al tempio, infierendo sulle rovine della famiglia, sul quel lutto ancora fresco – insomma, col cadavere di babbo ancora caldo... Ludovica, tipica orfana amante di un altro padre vicario (che ne fa le veci in tutto), un signorotto edicolante, uno che mostra alla fanciulla i suoi materiali pornografici; uno che soffre dei primi sintomi di una distrofia muscolare - perciò non gli si drizza. Dunque all’apice di una festa nazionale di Liberazione, dopo il pranzo al mare propiziatorio (afrodisiaco?), e il petting sugli scogli tra flutti infranti, si sbarca nell’appartamento destinato alla penetrazione completa. Ludovica Borgia nuda e soda, col seno gonfio di marmo, inizia a stillare il suo pianto lascia-passare, cioè tutti i credits di questo dramma; è il fallimento liquido che sgorga dai suoi occhi calcolatori: è pronta a vendersi solamente se la si acquista in blocco: seni e lacrimatoio, golfi e secrezioni, languori e lamenti un po' da sagrato – delegati, questi ultimi, a rappresentare il suo cuore; sì, il suo Amore. Tutta una muliebrità dell’abbandono, una retorica dei distacchi, di rètina e di scroto: il vecchio distrofico impotente, di lì a poco abbandonato perché la vita la chiama [a Lei, donna]; il padre morto da poco, che però continua a presenziare in casa, spettro ricattatorio, silenzioso rimprovero; il fratello ubriacone che forse molesta la cara Ludovica, ancora non si sa, ma che di sicuro sfascia la povera casa o quel che ne avanza, deruba tra suppellettili superstiti e prende a calci la vedova autentica, non troppo allegra, che è loro madre. Che disastro... Non merita forse Ludovica, questa Borgia redenta nella sventura, questa mera voglia di vita e di regno domestico, di essere salvata? Non merita forse il battesimo a nuova vita erotica: consolata, accarezzata e, in una parola, penetrata? Non merita che la si sposi prima ancora di entrarci dentro?

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