sabato 22 ottobre 2016

AVE, CESARE! di J. e E. Coen

Parodia ispirata del conformismo americano, con miserie nascoste sotto il tappeto e facciata hollywoodiana: il cinema è protagonista tanto nell'ambientazione (studios, set miliardari, attori viziati) quanto nei contenuti, con una realtà irrimediabilmente distorta dalle proprie finzioni, e con la missione morale yankee, una specie di grandioso imperativo categorico della lealtà al capitalismo e del destino cristiano, che rappresentano il pilastro della propaganda anticomunista. Tutto è ridicolizzato, a cominciare dall'eroe, Eddie Mannix, che dirige una major e si occupa di tenere pulita la reputazione delle star. Questo sporco lavoro lo porta spessissimo lontano dalla famiglia, e lo induce a disattendere la promessa fatta alla moglie: smettere di fumare. Eddie scrocca di continuo sigarette e va a confessarsi con frequenza compulsiva. Il suo dramma interiore, lacerato da puerili bugie e omissioni, è uno degli elementi più divertenti dell'opera. Il nemico, in piena guerra fredda e a ridosso della caccia alle streghe, è costituito da un manipolo di sceneggiatori risentiti, guidati dall'ideologo prof. Marcuse. Costoro ordiranno il rapimento del divo Withlock (George Clooney) provocando l'interruzione delle riprese di un kolossal sulla vita di Gesù. Il covo eversivo è una casa a picco sull'oceano in cui si effettuerà il solito mellifluo, sovietico, lavaggio del cervello, senza che il divo sprovveduto opponga la minima resistenza. E' in questo frangente che si delinea al meglio la funzione redentiva dell'eroe Mannix, che i fratelli Coen inquadrano nella grottesca comicità (ma, implicitamente, nella violenza ottusa) della Reazione.

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