lunedì 8 febbraio 2016

Melancholia

Messaggio: depressione come percezione del Nulla "cosmico", conto alla rovescia verso l'apocalisse. Scena: contesto ultraborghese, colto e milionario, là dove appare ineluttabile essere felici perché non manca niente, nemmeno l'Amore (il suo simulacro). Si comincia, infatti, dalla rappresentazione del sentimento: uno sfarzoso matrimonio che riconcili con l'armonia delle stelle. Ma non funziona. Ritardi, discorsi vacui, i soliti anticonformisti che provocano imbarazzo, il wedding planner che va in crisi; e la sposa che arranca. Sparisce di continuo per riposarsi dalla pantomima generale, si ritira per un bagno caldo; poi riappare con un sorriso da condannata al taglio della torta. Tutto è macchinoso, pesante, forzato. La sorella e il cognato alludono a un patto, vogliono inchiodarla all'imperativo categorico della felicità - lei, sopraffatta dai doni, snervata dalla responsabilità, non riesce più a dissimulare. Torna in camera, dove respinge il marito (che le ha regalato una tenuta); quindi si defila con un giovane invitato e ha con questi, sul prato, un rapporto sessuale. Col procedere della notte il ricevimento si dissolve, all'alba il gioco delle nozze è finito: gli sposi si arrendono all'inutilità di ogni tentativo. Si separano, mentre il pianeta Melancholia si avvicina alla Terra, e annuncia la grandiosa metafora dell'annientamento. I giorni seguenti sono dominati dall'attesa: per alcuni scienziati sarà collisione, per altri una sorta di carezza stratosferica. Si alterna il telescopio a un cerchio di fil di ferro in cui osservare la danza della morte. Opera formidabile per potenza visiva e poetica, nonostante Wagner e il preludio al rallentatore apprezzatissimo dai critici (goffo spoiler d'autore).

Nessun commento:

Posta un commento