venerdì 14 ottobre 2016

Il tempo della gentilezza

Il tempo della gentilezza non è finito. Proclamare un nuovo interventismo, non tanto rivolto alla politica, quanto all'imbecillità della cultura, sarebbe uno dei soliti buoni propositi da aspirante "guerriero". Io assecondo una natura pacifica, anche una certa pazienza - un po' malevola, a dirla tutta. Non sono programmato per andare all'assalto; ma spero di avere il tempo per dimostrare che ho ragione, e che questi scolaretti, questi primi della classe, non sanno nulla della vita, nulla dell'umanità. Si dicono ammaliati dai poeti, dalla troia dagli occhi ferrigni, ma una "troia" non l'hanno mai guardata in faccia: erano impegnati con la tesi. Scrivono recensioni per sbandierare ai quattro venti la loro delicata sensibilità, e invece hanno solo una lista di opere (altrui) da depennare. Viaggiano, girano per mostre e festival senza imparare nulla. Si sforzano in lungo e in largo, muovono leve a destra e a manca. Tutto però, invariabilmente, resta fermo.

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